Le torri tra leggende e curiosità
Aggiornato il 04 maggio 2022 Da Bologna Welcome
Costruite nel Medioevo, le centinaia di torri che popolavano
la Bologna Turrita, sono state oggetto di tante storie, misteri e leggende tramandatesi
nel tempo.
A partire da Torre degli Asinelli che, secondo una leggenda,
deve il suo nome a due asinelli che un giorno trovarono un baule
pieno d'oro tra i campi, rendendo molto ricco il loro padrone di bassa estrazione sociale. Dopo poco il figlio del contadino fortunato, innamorandosi di una giovane
fanciulla aristocratica, volle chiederla in sposa presentandosi dal padre di
questa. Il matrimonio si sarebbe svolto a patto che il giovane fosse stato in grado
di costruire una torre molto alta. La sfida, lanciata dal padre della fanciulla, metteva a dura prova il giovane in termini di forza e denaro. Fu però vinta grazie al baule pieno d'oro ritrovato dai due asinelli.
© Andrea Malossini
Ancora, non tutti sanno che la Torre Garisenda, la più pendente della città, è stata citata da Dante Alighieri nell'Inferno della Divina Commedia in ricordo del suo passaggio a Bologna, o ancora, che Torre dalle
Perle, di cui è sconosciuto ancora l’origine del nome, è l'unica torre non
visibile dal basso. Si tratta di una casa torre sul retro del Palazzo della Mercanzia, alta 25 metri, che si scorge solo salendo sulla terrazza della
Basilica di San Petronio oppure da quella della Torre degli Asinelli.
Sotto al Voltone del Palazzo del Podestà, in corrispondenza della Torre dell’Arengo, c’è il telefono senza fili.
Non è difficile, infatti, trovare due persone di spalle, poste agli angoli opposti, intente
a parlare attraverso le volte senza farsi sentire da orecchie indiscrete.
Metodo geniale per confessare i propri segreti!
Quanto alla Torre dell'Arengo, storicamente è stata il campanile civico della città di Bologna. È alta 47 metri e la sua campana di bronzo, detta anche Campanazzo, è stata realizzata nel 1453 da Aristotele Fioravanti. La campana ha suonato il 25 luglio 1943 per celebrare la caduta del Fascismo e il 21 aprile 1945 per segnare la liberazione della città e la fine della guerra.
Da allora, ogni 21 aprile, il campanazzo rintocca ancora!
In ultimo, si dice che il nome di Torre degli Scappi, una delle torri gentilizie ancora esistenti del centro storico di Bologna in via Indipendenza, derivi da un episodio poco probabile.
Si narra che una popolana scoprì il tentativo di fuga di Re Enzo dalla sua prigionia nel vicino Palazzo Re Enzo. Questa, urlando "Scappa! Scappa!", contribuì alla cattura del fuggitivo; il premio per lei fu la dotazione del cognome Scappi da cui, secondo la leggenda, deriverebbe la famiglia fondatrice della torre.