Borghi fantasma tra Bologna e Modena
Aggiornato il 19 marzo 2025 Da Bologna Welcome
Se sei alla ricerca di un’avventura fuori dai circuiti turistici convenzionali e ti interessano i luoghi nascosti e abbandonati tra Bologna e Modena, sei nel posto giusto.
Parti all’avanscoperta dei borghi fantasma incastonati nella
natura del territorio bolognese e modenese e segui un itinerario non
convenzionale e pieno di adrenalina.
Nel territorio bolognese si celano veri e
propri scrigni di storia e mistero. Castiglioncello, pur situato appena
oltre il confine regionale, ha radici antiche risalenti al IX secolo ed è stato
abbandonato negli anni '50 a causa del progressivo spopolamento e isolamento. Posto
lungo la vecchia via Montanara che è stata, fino al XIX secolo, l'unica via di
collegamento tra il Granducato di Toscana e quello di Bologna, il borgo è stato oggetto di numerose sciagure. Nel XVIII sec. la chiesa originaria fu distrutta da un fulmine e, nello stesso secolo, fu isolato tragicamente da una piena del fiume Santerno; nel XIX sec., invece, fu occupato e saccheggiato da truppe dell'impero austro-ungarico. Dopo l'abbandono graduale, è stato occupato da abitanti temporanei di una comune hippie, suscitando un certo fascino fino al punto da essere stato tra le location dell'appennino emiliano del set cinematografico del film Flashback, del 1969, del regista Raffaele Andreassi, presentato al 22° Festival di Cannes.
A pochi chilometri da Bologna, si raggiunge Casa Banditelli nel cuore dell’Appennino
Emiliano, un borgo avvolto da leggende. Le testimonianze storiche sono scarse ma sufficienti per alimentare il fascino di un tempo in cui banditi e viandanti popolavano le sue
stradine. Di questo paesino si sa solo che fu definitivamente abbandonato durante la Seconda Guerra Mondiale
per la difficoltà nel reperimento dell'acqua.
Non meno suggestivo è Chiapporato, situato tra i laghi di Suviana e Brasimone, che solo nel 2013 ha visto sparire gli ultimi due abitanti, madre e figlia, lasciando dietro di sé la chiesa, il forno e il cimitero come mute testimonianze di una vita ormai silente. Oggi si riesce ancora a vedere chiaramente la loro abitazione, oltre alla chiesa, i resti dell'antico forno e del cimitero di metà '800. Come molti dei borghi di questo tipo, nacque per la necessità di disboscare e creare campi e fu abitato principalmente da boscaioli, pastori e carbonai che facevano lunghe trasferte fino in Toscana, stando lontani da casa anche per mesi.
©Lab051
Attraversando il confine provinciale si arriva a scoprire un altro volto dell’abbandono: Le Caselle a Fanano, in provincia di Modena. Qui, la notte tra il 21 e il 22 dicembre 1952, una frana ha segnato in maniera drammatica il destino del borgo, isolando gli abitanti e costringendoli a lasciare le proprie case. Le testimonianze di quel tragico evento – dai resti delle abitazioni alle documentazioni video dell’epoca – furono riprese in larga scala sui media locali e rendono Le Caselle una tappa imperdibile per chi è in cerca di emozioni autentiche e di storie che parlano di resilienza e natura implacabile.
Il borgo è stato riscoperto recentemente grazie all'attività di trekking e cicloturismo che, seguendo il sentiero 407 da Fanano (MO), interessa il territorio e conduce spesso in angoli inediti del territorio.
➝ Scopri di più su Le Caselle sul sito inappenninomodenese.com
via inappenninomodenese.com
Non solo borghi, ma anche splendide dimore storiche raccontano storie di un passato glorioso che si è progressivamente dissolto. Villa Malvasia, conosciuta anche come Villa Clara, a Bologna è una casina di caccia e residenza estiva del conte Carlo Cesare Malvasia. Riccamente decorata e dotata di soluzioni costruttive innovative per l’epoca, la villa ha attraversato secoli di trasformazioni: da dimora aristocratica ad alloggio per sfollati, fino a diventare oggetto di leggende. La storia più celebre narra del fantasma di Clara, una figura tragica la cui leggenda contribuisce a rendere il luogo ancor più intrigante per chi desidera rivivere emozioni e misteri del passato.
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