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Guido Reni da Bologna a Roma: le opere giovanili

Aggiornato il 14 novembre 2024 Da Arte Grand Tour

Guido Reni, uno dei grandi pittori italiani del Seicento, ebbe i natali a Bologna, città che conserva numerose testimonianze della sua fase giovanile. Passeggiando per le vie del centro, è possibile ammirare le prime opere e scoprire i luoghi legati alla sua formazione artistica, dalle botteghe agli affreschi.

Scopri il percorso cittadino a Bologna che celebra le origini e l’evoluzione dello stile artistico di Guido Reni

Per ritrovare le tracce del pittore nel tessuto della città si può partire da Palazzo Ariosti (via S. Felice 3), dove una targa ricorda la sua nascita, il 4 novembre 1575, da Daniele, un musicista, e Ginevra, che Reni dipinse in un magnifico ritratto oggi custodito nella Pinacoteca Nazionale di Bologna. La prima formazione dell’artista si svolse nella bottega del pittore fiammingo Denys Calvaert. Successivamente, Guido frequentò la scuola di Ludovico Carracci nella celebre Accademia degli Incamminati.

Intorno al 1600, i migliori allievi di Ludovico, come Francesco Albani, Domenichino e lo stesso Reni, furono impegnati nella decorazione dell’Oratorio di San Colombano. Le Storie della Passione di Cristo inquadrano le scene sacre in una grandiosa architettura dipinta. A Guido Reni – come gli altri poco più che ventenne e animato dalla volontà di primeggiare in quella che Carlo Cesare Malvasia, il celebre storico e biografo, definiva una “gloriosa gara” – vengono attribuite l’Incoronazione di spine e la struggente Orazione nell’orto.


Incoronazione di spine, Guido Reni, Oratorio di San Colombano, Bologna, ©PublicDomain

L’affermazione definitiva per un pittore ambizioso come Guido non poteva avvenire che a Roma, a confronto con le testimonianze dell’antichità e con gli artisti del Rinascimento. Al richiamo della Città Eterna risponde un’altra importante opera giovanile, realizzata a Bologna, la Caduta di Fetonte, affrescata sul soffitto di Palazzo Zani (visitabile solo in occasioni speciali). Secondo il mito, Fetonte, figlio di Apollo, volle guidare il carro del sole. Incapace di controllarne la corsa, fu punito da un fulmine di Giove, precipitando infine nel Po. Guido rappresenta il giovane su uno sfondo intriso di luce, e inghiottito dal movimento irrequieto dei cavalli.

Pur gravitando intorno all’accademia dei Carracci, nei primi anni del Seicento Guido Reni lavorava anche a commissioni indipendenti, come la Madonna che dona il Rosario a S. Domenico, conservata nella Basilica di S. Luca. Nella parte bassa del dipinto, quindici medaglioni con i misteri del rosario si svolgono tra i rami di una pianta: lasciando indugiare lo sguardo su queste piccole scene si scopre la fresca, poetica bellezza del racconto di Guido. A partire dal 1600 il pittore si trasferì a Roma dove lavorò per committenti prestigiosissimi.


Madonna che dona il Rosario a San Domenico, Guido Reni, Santuario della Madonna di San Luca - ©Public Domain

A Roma, Guido eseguì una testa in terracotta, che aveva imparato a plasmare nella bottega dei Carracci. Due tra le poche sculture oggi note dell’artista, il S. Pietro e il S. Paolo, realizzati in stucco, sono custodite all’interno della Chiesa di Santa Cristina della Fondazza. Trecento anni prima che vi si stabilisse Giorgio Morandi, il pittore viveva presso il monastero femminile, celebre per il coro delle monache, punto di riferimento in campo culturale per l’intera città. Ancora oggi la chiesa, dall’acustica perfetta, è aperta in occasione di manifestazioni musicali.

Interno - Chiesa di Santa Cristina "della Fondazza", Piazzetta Morandi, Bologna

Roma divenne per Guido Reni luogo di consacrazione artistica definitiva, ma Bologna rimase il fulcro della sua formazione e delle prime espressioni della sua arte.

Autoritratto di Guido Reni - ©PublicDomain

L’Europa intera lo definiva “il divino Guido”, ed era, per tutti, il pittore più illustre della scuola bolognese. Figlio di Daniele, musicista, e di Ginevra, Guido Reni nacque nel 1575 e si formò a Bologna, misurando da subito le distanze tra il suo stile idealizzante e il “naturale” dei Carracci. A partire dal 1600 lavorò a Roma per committenti prestigiosissimi. Tornato in patria nel 1614, dominò la scena artistica del tempo. Il suo studio richiamava visitatori illustri, e l’eco della sua fama si diffondeva grazie ai versi dei poeti. Caratterizzato da una personalità complessa e tormentata, Guido Reni morì il 18 agosto 1642.

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